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Storie di Start Up

Intervista a Dino Distefano informatico premiato dalla Royal Society

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Dimenticato o respinto dall'Italia. Abbracciato dalla comunità scientifica mondiale e londinese, il nostro genio informatico è diventato professore ordinario alla Queen Mary University.
D:Da dove inizia la tua avventura?

R: L’avventura comincia diversi anni fa. Avevo appena finito il dottorato all’universita’ di Twente in Olanda. Arrivai a Londra come Post-doc per un contratto di ricerca per lavorare sull’automatizzazione di una logica matematica sviluppata per ragionare sul comportamento delSoftware. Peter O’Hearn uno degli inventori della logica mi aveva assunto.

D:Perche? Londra?

R:A Londra c’era uno dei gruppi piu’ promettenti nella ricerca sulla verifica del software. E io volevo essere parte di questo gruppo. Pensavo fosse una grande opportunita’ per imparare molto da scienziati di alto livello in questo campo.

D:Tu hai invetato elaborato e brevettato il «software dei software» chiamato Infer che è la «medicina preventiva» per impedire che i grandi sistemi vadano in tilt. Ci dici in cosa consiste

R:Infer e’ un sistema automatico usato per analizzare il software. Durante l’analisi INFER cerca di Dimostrare matematicamente che il programma analizzato non puo’ bloccarsi. Nel cercare di Fare questa dimostrazione, INFER puo’ trovare dei possibili errori che possono risultare nel crash del sistema. Gli errori segnalati possono quindi essere corretti dai programmatori prima che il software venga usato.

R:Abbiamo cominciato in 4, adesso siamo in 8 e presto prevediamo di crescere ancora. Monoidics e’ stata fortunata da essere finanziata dalla vendita del prodotto a clienti interessati a questo tipo di tecnologia che ci hanno anche aiutato a sviluppare il prodotto. Chiaramente trovare questi primi clienti non e’ stato facile.

D:Come vedi il futuro della tua Star-up?

R:Molto positivo. Monoidics sta crescendo, il nostro prodotto sta maturando sempre piu’ e l’interesse per la nostra tecnologia sta crescendo.

D:E’ possibile per i giovani che vogliono uscire dall’italia fondare una start up a Londra? Che cosa ci vuole ? che consigli daresti ai tuoi coetanei?

R:Certo. L’ambiente a Londra e’ ideale. Ci sono moltissime start-up, specialmente a Shoreditch nella Cosidetta “silicon roundabout”. Ma penso che la cosa importante e’ avere una buona idea che ti possa distinguere dalle altre start-up e che possa risultare in un prodotto valido.
Poi l’altra cosa importante e’ riuscire a trovare i fondi iniziali. Non e’ facile, ma sempre piu’ venture capitalist dagli stati uniti stanno investendo a Londra. Quindi ci saranno piu’ fondi disponibili per delle buone idee.

D:La La Royal Society di Londra ti ha premiato, come hai appreso la notizia? Emozioni?

R:Una grandissima emozione. Avere una serata tutta per me alla Royal Society e’ una di quelle Cose che non dimentichero’ facilmente. Quando ho visto la lettera che mi ha informato dell’assegnazione del premio non ci credevo, pensavo di sognare. Cosi’ ho lasciato la lettera sul tavolo, sono andato ad un meeting e quando sono tornano l’ho ripresa. Era ancora li ed era vera. Poi ho festeggiato per circa una settimana di fila.

D:Hai nostalgia dell’italia?

R:Si certamente. E’ sempre bellissimo andare in Italia. Ma mi rendo conto che non e’ semplice tornare per lavorare li. Ma chissa magari un giorno succedera’.

D:Progetti lavorativi per il futuro?

R:Continuare le ricerche sulla verifica del software ed estenderle in diverse direzioni come la programmazione concorrente/parallela che e’ un problema aperto ancora molto difficile.Mi piacerebbe riuscire a dare un contributo in quella direzione.

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